Il contagio da odio




Amo ascoltare.

Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente.
Molte persone non ascoltano mai.
Ernest Hemingway

Lo leggo, lo vedo, lo sento: stiamo perdendo quel po’ di equilibrio che ci era rimasto; e, purtroppo, non stiamo scivolando verso una follia creativa, di quelle che, per dirne una, spingono a fermare la gente per strada con farneticazioni di vario tipo per poi premiare gli ascoltatori con caramelle in parte già succhiate. Ho conosciuto un uomo, indubbiamente malato, che aveva questa meravigliosa abitudine… salvo tentare di prendere a legnate chi non lo degnava d’attenzione, e forse aveva ragione: è oltremodo scortese non ascoltare chi ha qualcosa da dirci, ma soprattutto ci si può perdere concetti importanti per noi stessi. Diventare sordi ai pensieri altrui è, a mio parere, l'handicap più invalidante che esista. 

Ma sto perdendo il filo del discorso. Aggiungo solo che, per un annetto buono, quotidianamente mi sono ritrovata in tasca caramelle appiccicaticce e la certezza che quel signore fosse profondamente sensibile e intelligente, con sprazzi di lucidità che io me li sogno.

L’ho già scritto più di una volta: ormai le liti, la prepotenza e la sclerotizzazione del pensiero sono merce così comune che il loro valore è crollato: dispiace per chi ne aveva acquistato le azioni, anche se penso sia un atto oltremodo maleducato da parte loro rifilarle a chiunque gli capiti a tiro.

Fino a poco tempo fa davo la colpa ai social, poi ci hi riflettuto con calma mentre osservavo una homepage riccamente provvista di insulti, minacce, sberleffi da bulletto delle elementari; ho pensato e mi è salito un po’ di rammarico perché è un peccato che un mezzo potente come quello dei social, che potrebbe essere impiegato in modo realmente costruttivo (ci si potrebbe imbastire una rivoluzione, volendo), sia ormai diventato quasi esclusivamente il luogo in cui scaricare la rabbia, le frustrazioni, la pochezza intellettuale. Un’inutile e tossica discarica, che minaccia di contaminare un terreno potenzialmente coltivabile ad alberi da frutto.

E guardate che non sto puntando il dito solo contro di voi, mi ci metto anche io che fatico a proteggermi dalla rabbia, inizio ad esserne infettata e spesso vorrei avere la follia, o forse il coraggio, di distribuire caramelle o bastonate senza alcun freno (magari le caramelle eviterei di assaggiarle prima, per gentilezza).

Ciò che mi spaventa e mi fa ansia – come se avessi bisogno di una dose supplementare! – è la possibilità di entrare nel circolo vizioso dell’odio.

Vi state odiando, è un fatto.

E siccome odio chi odia, inizio a odiarmi da sola.

E allora datevi una calmata, pensate a qualcosa di bello e agglomerante, unificante, cementante (ho finito i sinonimi); pensate alle partite degli europei di calcio, dove vi volevate tutti bene, così, anche un po' insensatamente. Era bello volersi bene, no?

E smettete di scrivere quelle sciocchezze tipo "se ti vaccini cancellati dai miei amici" o "se sei no-vax... (idem come sopra)", che poi vi perdete dei like che potrebbero tornarvi utili un domani o, peggio (dal mio punto di vista), delle belle persone che non la pensano come voi ma potrebbero rivelarsi dei buoni amici (sempre un domani, oggi si è tutti un po' nervosi).

Smettete di odiarvi, così smetto di odiarmi e da cosa nasce cosa.

Grazie.

PS Una manciata di caramelle virtuali a chi di voi coltiva ancora, e nonostante tutto, l’amore per il prossimo… vi invidio un po’, ma mi placate l'ansia meglio di due Xanax.

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