Vacanze a Km zero: istruzioni


Siete al mare, in montagna, in campagna a colloquiare con aracnidi, in un parco divertimenti a frullarvi le interiora sulle montagne russe?

Bene! Fermi lì, non vi spostate di un millimetro dallo spasso, dal relax, dall'inedia o da qualsiasi altra cosa vi procuri piacere. Uscite da questa pagina e, possibilmente, dal tunnel del digitale... spegnete tutto, che tanto qui c'è roba che al momento non vi interessa; casomai metteteci un segnalibro per leggervi il pezzo quando sarete in depressione da rientro.

Ed ora, eccoci qui: quattro gatti dall'aspetto sonnecchioso e anche un po' spelacchiato, che si ritrovano a casa a trascorrere giornate torride abbracciati al ventilatore. Siamo arrabbiati, un po' depressi, quel poco invidiosi da sperare in uno tsunami che trascini via tutti i vacanzieri? No!

Noi siamo esseri superiori, possediamo la tempra mentale dell'anacoreta; la depressione e l'ansia ci hanno resi forti, avulsi dai piaceri comuni tipo mangiare sabbia, ustionarsi, scorticarsi le ginocchia durante una sessione di trekking, fare amicizia con i ragni.

A questo punto i vacanzieri avranno abbandonato la lettura: la gente, quando parte, acquisisce una soglia d'attenzione che se la gioca ai rigori con il criceto. 
Quindi, possiamo sfogarci: non è giusto! Perché noi restiamo a casa, a volte a lavorare per dodici mesi l'anno, e gli altri si godono i tramonti sulla spiaggia (o, peggio ancora, l'alba)?

Eh, la vita non dispensa favori con equità, ma questo già lo sappiamo. Tuttavia, rimanere in città non è poi tutta questa tragedia. Si possono fare un mucchio di cose interessanti, gli altri non sanno cosa si perdono!

Ad agosto c'è poca gente, se si esclude il supermercato dal quale sono appena tornata stanca, sudata, con sacchi di roba che non dovrei mangiare e con il sospetto che sia meglio evitare d'indossare una t-shirt con stampata la Union Jack (un tizio mi ha ricordato che siamo in Italia e abbiamo perso; ho impiegato un po' a capire).

Allora, che si può fare nelle giornate che paiono tante domeniche messe in fila? Lungi da me darvi consigli, tuttavia vi posso dire come impegno le mie giornate.

Finalmente posso stare sveglia di notte, ed è una cosa che mi dà grande soddisfazione: vado a letto alle 5/6 e mi alzo alle 11; è tutto sballato, ma amo dormire con la luce. 
Scrivo molto perché mi piace e durante gli altri periodi dell'anno, tra lavoro e altre incombenze, fatico a trovare la giusta concentrazione (o la voglia; sono pigra, questa è la verità). Comunque, notiziona: sto per terminare il mio ottavo romanzo, e avverto una punta d'entusiasmo.

Ho spento il modem e per una decina di giorni non frequenterò i social (a parte il momento in cui condividerò questa pagina su Facebook e Instagram, ma sarà una toccata e fuga). 
Colgo l'occasione per una breve riflessione: con i social ci lavoro e li trovo spesso noiosi e urticanti, però sono una sorta di droga, ci si fa il vizio, i primi giorni senza si fatica un po'; poi passa, tranquilli.

Il telefonino ha la suoneria al minimo: se non lo sento scanso i sensi di colpa ed evito chiamate di chi si lamenta perché è a casa, il o la ex è ad Aruba col nuovo/a partner (e qui riparte il richiamo dello tsunami), fa caldo e vuole discutere sul green pass (se volevo tutta quella roba lì, restavo sui social). Di contro, non è raro che io faccia telefonatine a mezzanotte; non dopo, perché risulterebbe scortese e allarmante.

Di sera, ma più spesso di notte, faccio la mia passeggiatina che sta diventando sempre più lunga. Mi fa bene a corpo e mente, soprattutto mi offre la corroborante sensazione d'essere uscita dall'agorafobia (è vero, ma devo ancora lavorare sulla fobia sociale che non è uno scherzo). 

Da qualche tempo non cammino più da sola: con me c'è un cane che si diverte un mondo a trascinarmi di qua e di là... io lo lascio fare e mi ripeto "va' dove ti porta il cane", così scopro viuzze mai percorse prima e la tendenza alla socializzazione di chi possiede canidi (di questo vi parlerò in un altro articoletto, perché è un discorso lungo che merita una serie di riflessioni a parte; vi anticipo solo che un cane non è adatto a chi è profondamente amante della solitudine e del silenzio).

Ogni giorno fotografo il cielo e intendo poi fare un collage da appendere sopra il letto. Voi, casomai, non fatelo: ho scoperto che non pare essere un hobby entusiasmante da coltivare. Ora vi allego un'immagine, poi ditemi se guardare le nuvole è una perdita di tempo. 



Invito amici a cena e gli propino i miei portentosi panini. Loro vorrebbero spaghetti alla carbonara o allo scoglio; ma qui è come fare tappa in un autogrill... sa di vacanza, no?
Nelle giornate più difficili, vado a comprarmi una regalino (un libro usato, una matita a mina morbida, un ninnolo perché mi pare sempre sia rimasto uno spazietto vuoto in casa, magari una t-shirt senza vessilli stranieri così non si turba nessuno).

Sto cercando di imparare qualche parola di russo, mi serve a niente ma il cirillico è affascinante (al giapponese ho rinunciato da tempo). Guardo la tv solo se c'è qualcosa che mi attira particolarmente, altrimenti opto per la musica che è sempre una buona soluzione per placare l'ansia.

Dunque... cane, cielo, scrittura, fuga dal virtuale, mi pare di avervi detto tutto.
Ah no, in segreto progetto una vacanza a fine settembre o ottobre. Quando qua si riempirà e là si svuoterà, mi piacerebbe fare il salmone, cioè nuotare controcorrente. Poi, è probabile che non potrò muovermi, ma intanto sogno un po', assecondando il mio motto "Ho visto cadere un desiderio, allora ho espresso una stella".

E voi? fate ciò che amate, fate ciò che di solito vi negate per qualche motivo, non abbiate timore di apparire folli... lì fuori regna la pazzia, c'è più panico per le strade che nelle nostre menti, nessuno baderà a voi (e se lo faranno, non è un problema vostro).

Ora vado a fare un riposino, perché poi la notte è lunga.


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