Quando due solitudini s'incontrano


Oggi vi parlerò di un romanzo, come si capisce a colpo d'occhio dall'immagine (carina vero? Ho usato i sassi che qualcuno mi ha portato dal mare). Se l'argomento non v'interessa a prescindere, c'incontriamo nel prossimo articolo.

Spesso leggo e sento (ma leggo di più, perché ormai ascolto poco) che si ama particolarmente un'opera letteraria quando in essa si ritrova qualcosa di sé.
Che sia lo stile, quindi il modo di raccontare, oppure che si tratti di suggestioni o ambientazioni famigliari, pare si tenda a ricercare qualche tratto comune tra il lettore e il lavoro del narratore.

Personalmente, posso affermare il contrario; tale certezza deriva dal piacere con cui leggo gli autori giapponesi.
A prescindere dalla storia e dai personaggi, mi affascina quella che definirei la "grazia" dell'espressione, che si dice sia naturale nei loro gesti (e, sospetto, abbastanza innaturale nel mio modo di raccontare).

Mi è accaduto di leggere romanzi nipponici in cui, in sostanza, la trama poteva essere riprodotta in poche righe, ma di trovarmi coinvolta nella storia per la delicatezza delle parole, una sorta di carezza musicale che permane nonostante la traduzione.
Poi, per carità, amo il surreale che, in varia misura, si trova sempre nella letteratura di quel Paese così distante da noi non solo geograficamente. E ammetto di sentirmi un po' surreale anche io, quindi c'è il caso che inconsciamente trovi dei punti di contatto o vicinanza... cosa che raramente mi accade con autori italiani.

Mi sono dilungata in questa premessa (che avrei potuto evitare senza nulla togliervi, anzi non facendovi perdere tempo), per scrivere due righe (sono di più, ma sto tentando di trattenervi con l'inganno) su un romanzo che ho finito di leggere stanotte:
"Come sabbia è il mio amore" di Kyōichi Katayama.
L'ho acquistato a scatola chiusa su una bancarella dell'usato; inizialmente scartato perché raramente leggo libri con la parola "amore" nel titolo, ma ci sono tornata su cinque o sei volte e ho deciso che tre euro si potevano impegnare anche per l'amore.
La decisione finale è arrivata con il sottotitolo, che inizialmente non avevo letto perché uso lenti che pregano d'essere sostituite da almeno dieci anni: "Cosa accade quando due solitudini si incontrano?".
La solitudine mi attira... anche se a mio parere due che s'incontrano la annullano. Ma il romanzo, nelle sue pagine intrise di vita quotidiana, mi ha fatto scoprire che il mio assioma è errato.
Solo oggi ho scoperto che è il romanzo più venduto di tutti i tempi in Giappone.

Dall'inizio quieto, fatto di silenzi e gesti quotidiani non frenetici, ho pensato "ecco la narrativa giapponese, che ti entra in casa senza scarpe, con passetti brevi e silenziosi".
Tuttavia, ho anche ricordato che raramente gli incipit degli scrittori della terra del Sol Levate sono "scoppiettanti".

E infatti, una vicenda sulle prime quasi soporifera si è arricchita di straordinari colpi di scena e di un'atmosfera che sfora nel surreale.
La trama? Bè, penso di raccontarvi solo l'inizio: come promesso dalla copertina, un uomo e una donna amanti della solitudine s'incontrano, si sposano e trascorrono tutto il tempo libero insieme, loro due soli.
Lei è incinta e tutto pare procedere in una calma quasi innaturale, fatta di brevi conversazioni e lunghe passeggiate notturne.
Ma quell'equilibrio, improvvisamente, si spezza...
Altro non vi dico, mi limito a consigliarvelo.

Come Sabbia è il mio amore - Kyōichi Katayama - Ed. Tea (2006).

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