Over 50: l’abbattimento del pudore? (un raccontino)

 

Sono seduti lì sul divano, un uomo e una donna amici fin dai tempi del liceo. Lui uscito da una separazione difficile (raro siano facili), lei uscita di testa (che è più facile).

Lui, davanti a una tazza di tè che sorseggia con il contegno da vecchia dama inglese – pur non riuscendo a infilare il dito nel manico di quell’oggettino in fine porcellana - si sfoga raccontando le ultime novità sulla sua vita amorosa.

- Ma cosa vi è preso a voi donne? – Le chiede.

- Non so, sono fuori dal giro. – Risponde lei.

Racconta di una serie di loro coetanee che, con uno slancio sproporzionato all’età e a qualsiasi canone di estetica interiore, gli si sono proposte mettendolo in serio imbarazzo. Sulla narrazione di una signora di 53 anni, la cui veemenza amatoria lo ha bloccato nel corpo e nello spirito, che in seconda battuta ha portato anche la sorella vicina ai 60 per provare una cosa a tre (tanto per vedere se casomai, in una situazione meno intima e più affollata, si riattivava la faccenda), lei, involontariamente, gli lorda il maglioncino con una sorsata di tè scappata insieme a una risata che non ha tenuto conto delle più basilari regole del bon ton.

Dopo essersi ricomposta, e aver notato l’aria afflitta dell’amico, tenta di raffazzonare una spiegazione.

- Forse stanno facendo la terapia ormonale sostitutiva (tos, ci hai fatto caso? Inverti due lette e hai un tso): dicono che scateni la libido. E' per la menopausa, le vampate, quella roba lì, sai.

- Quando ero giovane – inizia con nostalgico rammarico – ero bello. E ho avuto un sacco di esperienze, ma le donne non erano così… come dire?

- Disinibite, aggressive, zoccole? – lo aiuta lei, che in fatto di aggettivi raramente si trova impreparata. – Non ti preoccupare, non sono femminista, non faccio distinzione tra uomini e donne quando si tratta di vocaboli calzanti. Tuttavia, il termine corrente è “panterone”: rende l’idea, no?

- Eh, sono scatenate. Perché questo è solo un episodio, ma sul lavoro mi capitano signore che fanno proposte senza che io abbia detto o fatto nulla di…

- Invitante?

- Sì. Fanno paura, sai.

- Credo che sia uguale alla vostra “crisi di mezz’età”, ma forse in una donna risulta più sgradevole. È che l’uomo ha sempre voluto pensare alla donna in menopausa come priva di pulsioni. In realtà ci sono: io le vedo semplicemente molto più selettive, altre si sfrenano come se  la fine del mondo fosse a un passo.

- E io incontro quelle fuori controllo: ricordi quella tizia che mi ha messo la lingua in bocca?

Ridono.

Lei inforca gli occhiali, perché sta per iniziare una lezione di vita, ed essendo totalmente impreparata sull’argomento tenta almeno di darsi un’aria professionale.

- Allora, ora ti insegno qualcosa che ti può essere utile. Se non sei interessato “all’articolo”, o se comunque sei alla ricerca di una storia romantica, scappa da chi butta lì, fuori contesto, di: praticare yoga (ti sta dicendo che è ancora agile e, soprattutto, flessibile), amare i film d’essai orientali con quell’erotismo appunto orientale (la buttano sul colto e raffinato, ma lì vogliono andare a parare), avere un marito affetto da anni da prostatite acuta, andare con cadenza regolare in locali di balli caraibici (la “bachata”, in particolare)... poi ci sono quelle che ti mostrano la foto di quando avevano vent’anni accostandola a una attuale… in bikini… con una tetta che sta scappando (tanto per farti vedere che ora sono persino più toniche, che non è possibile; fidati, nessuno ha trovato il modo di sfuggire alla legge di gravità. Non si scappa)…

L’elenco è lungo. Lui è attentissimo. Lei sospetta che, da un momento all'altro, estragga taccuino e matita per prendere appunti.

Qualche minuto di silenzio. Entrambi stanno pensando: lui elabora le nuove informazioni, lei si chiede da dove le escano tutte le cazzate che dice.

- Sai, gli uomini iniziano a farmi un po’ schifo. – sbotta lei.

Lui riesce a trattenere il boccone di pizza (nel frattempo si è passati dal tè alla più prosaica sessione mangereccia), però ride con la bocca piena (altra cosuccia che nuoce all’eleganza, ma capita anche a lei).

- A te hanno sempre fatto un po’… paura? Cioè, sei sempre stata diffidente...

- Tieni conto che sono nata podalica.

- E allora?

- I primi attimi di vita sono stati con un uomo che mi tirava per i piedi (almeno spero), mentre avevo il cordone ombelicale attorno al collo, tipo pashmina. Lui cercava di farmi uscire e intanto m’impiccava. Vedi tu. Era un segno.

- È che sei sempre stata un po’…

- Ingenua, sciocca, sprovveduta?

- Scostante.

- È che non c’è nulla di più respingente della volgarità. – Gli dice con l’aria che pare affranta.

Gli racconta di un amico di gioventù, al quale era legata da autentico affetto amicale, che di recente l’ha contattata via social e, dopo un garbato e sobrio scambio di messaggi, ha proposto di vederla per chiacchierare dei vecchi tempi. Lei ha tentennato: tra il fatto che entrare in un locale pubblico le scatena la crisi d’ansia e il fatto che dei vecchi tempi le frega poco perché ricordo un tubo…

- Ho tergiversato e trovato scuse. Dietro insistenza, ho accettato. Appena entrata nel bar si è avvicinato con un entusiasmo quasi commovente, quindi mi ha detto “sei ancora una bella gnocchetta!”. Mi sono irrigidita quel tanto da spaccarmi una rotula se solo tentavo un passo, ma ho pensato stesse scherzando.

- ...

- Gli ho detto “il solito burlone, eh”.

- Gli hai dato del burlone? – L’amico ride (sempre con la bocca piena; mangia come un cinghiale).

- Già. Appena seduti al tavolino, prima ancora di ordinare un tè, aggiunge “com’è che non abbiamo mai scopato, noi due?”.

- E tu?

- Ci sono rimasta male, ma così male che non riuscivo a rispondere, avevo la testa vuota… a parte quel piccolo allarme che prelude all’attacco di panico. E allora ho solo detto che potevo fermarmi giusto dieci minuti perché avevo un appuntamento di lavoro e me ne sono andata. Cioè, non mi ha nemmeno chiesto, che ne so, se sono sposata, se ho dei figli o il green pass. In questi casi mi sale l’angoscia e non vedo l’ora di tornare a casa. In auto mi si è scatenato l’attacco di panico e quindi poi sono rimasta incazzata per il resto della giornata. Non dico che siate tutti così, ma non è il primo che si pone in modo volgare supponendo, peraltro, che io sia alla ricerca di una storia di sesso o anche di una storia e basta. Allora ho pensato che gli uomini mi fanno un po’ schifo.

- Magari ci comportiamo così perché voi vi comportate in quell’altra maniera. Cioè, si diventa un po’ aggressivi. Poi non abbiamo più l’età per il romanticismo. O comunque c’è il pudore… sai, ci vergogniamo un po’ a mostrarci romantici.

Lei è dubbiosa.

- Ma voi ce l’avete la terapia ormonale sostitutiva?

- Non credo. Noi uomini siamo maiali, chi più chi meno. Cioè, non so se con l’età la maialaggine peggiori, ma sai… c’è questa cosa del “ogni buco è trincea” o "ogni lasciata è persa"…

Lei lo guarda con una punta di disgusto, anche perché lui ha salsa di pomodoro fin quasi nell’orecchio.

- Mi fai un po’ schifo anche tu, in questo momento. Però, riflettici, tu con me ti sei sempre comportato da gentiluomo e io non ti sono mai saltata addosso; ed eravamo carini tutti e due, per dire.

Ci riflette un po’.

- Sai che ero più superficiale da giovane? Cioè, ora è più importante l’innamoramento.

- Ma con le due sorelle come è finita?

- Beh, chiaramente ci sono stato, ma non so cosa ho combinato… ho bevuto perché la situazione era ansiogena. E mi pare di ricordare che la questione non si sia evoluta come loro si aspettavano.

Lei ride.

- Dicevi dell’innamoramento?

- Vabbè, la tizia di cui sono innamorato ha l’età di mia figlia… non mi considera proprio.

- E allora: vada per le due panterone! Sì, confermo, mi fai schifo anche tu.

- Saremo due vecchi infelici e patetici, tu e io?

Lei ci pensa.

- Chi se ne frega, non ero felice nemmeno da giovane. E sul patetico: tanto moriremo tutti e nessuno si ricorderà più di noi.

Silenzio. Riprendono a bere tè per buttare giù la pizza che era un filino troppo unta e l'accenno alla morte che risulta sempre indigesta.

- Mi sa che per Natale ti regalo delle tazze più mascoline.

- Le ho. - dice lei, guardandolo con un sorrisetto antipatico.

FINE

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