Rimedi antipanico in giornata grigia

 Sala d'attesa del medico di base. Non faccio in tempo ad entrare che già sento una voce maschile che parla, con tono imperioso e dotte argomentazioni, del vaccino (con tanto di dati statistici aggiornati a 5 minuti prima).
Mi calo a peso morto su una sedia, ascolto, annuisco, poi smonto due o tre certezze che ormai si erano insinuate nel pubblico.
Sia chiaro, le argomentazioni del signore erano corrette e le appoggiavo in pieno, ma a volte mi piace rompere i coglioni; sono fatta così: ho le giornate in cui mi chiudo nel mutismo anche se interrogata e quelle in cui non sto zitta nemmeno se mi pagano.

Uno ad uno entrano tutti e, ovviamente, restiamo il tizio tanto informato sui fatti e io, che non sono informata nemmeno sui fatti miei. Ma troviamo una sorta di assetto, quella che pareva una lite diventa una piacevole chiacchierata tra persone adulte e ragionevoli. Ci facciamo anche gli auguri di buon Natale, perché dopo un po' d'intenso ragionamento si perdono anche le coordinate temporali.
Resto sola nella sala, non c'è più nessuno che mi dia modo di sfogare il malumore. Me ne faccio una ragione e rispondo, con sarcasmo astioso, a una mail di lavoro.

Tocca a me. Seduta davanti alla dottoressa lamento una fibrillazione atriale parossistica che mi tormenta da giorni.
Lei, con una pazienza da monaco buddhista, mi visita, ausculta il cuore per qualche minuto e poi sentenzia che non ho nemmeno un'extrasistole.
- Perché è parossistica, l'ho detto. Intermittente, transitoria, non permanente -, bisbiglio con quella che parrebbe la delusione per non poter vantare una cardiopatia.
- Congresso di cardiologia?
- Sì, finito venerdì. - Ammetto, offrendo a lei e a me stessa la chiave di lettura di tanto nervosismo.
- Quando le capita, faccia respiri profondi e si tasti il polso. - Suggerisce lei, esibendo un sorriso comprensivo e mostrandomi come devo sistemare le dita per sentire il battito cardiaco.
Come se non sapessi fare! Che cavolo, tasto il polso a tutti, appena ne ho l'occasione.

Esco con la ricetta dello Xanax stretta in mano e decido che è meglio correre in farmacia e assumere subito una pastiglietta, prima di prendere a borsate qualche innocente passante.
E in farmacia, vengo distratta da un cartello che cerca di vendermi degli oli essenziali bio dall'effetto calmante, ideali per combattere stress e insonnia in una botta sola.
Osservo quel set di flaconi con aria perplessa e, da totale imbecille, chiedo alla farmacista se funzionano sul serio.
Secondo voi cosa poteva rispondermi? No, è roba cara come l'oro che fa bene solo alle nostre casse?

Ovviamente, la gentile farmacista si illumina e inizia a elencarmi una serie di effetti benefici davanti ai quali non posso rimanere indifferente. 
Li compro... e cerca di vendermi anche il bracciale su cui mettere qualche goccia per annusarmi il polso quando sale l'ansia, cioè mentre mi monitoro la frequenza cardiaca (presumo); lì non mi ha fregata, ma solo perché l'oggetto in questione era esteticamente scadente.
- Metta due gocce anche sul cuscino e su un fazzoletto da annusare quando sente salire lo stress. Tanto è completamente naturale. Se vuole abbiamo anche la confezione spray, più pratica... 
- No, grazie! però pensavo che posso versarne un po' dentro la mascherina. Che dice?
La vedo un in imbarazzo. La stavo aspettando, detto apposta.
- Proprio nella mascherina... mhm... nooo, direttamente sul viso... no.
- Ma cos'è una dermatite da contatto rispetto a un attacco di panico?
Sorride, io sembro serissima.

Eccomi con il mio pacchettino e appena a casa metto nel diffusore l'olio bio/100%naturale/meglio non venga a contatto con la pelle. Devo ammettere che mi ha rilassata. Ma ho preso anche uno Xanax, inquinando un po' i risultati della sperimentazione.
Vorrei dire che provare costa nulla, tuttavia queste cosucce sono parecchio care. 
Per il resto della giornata non ho intavolato discussioni, mi sono nuovamente chiusa nel mutismo, e questo mi pare un eccellente risultato.

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