Senza cinture

 Questa notte ho scoperto che le cinture di sicurezza della mia auto sono lì solo per figura: peraltro, non è che siano oggettini così affascinati da guardare né tanto comode da indossare, dato che ad ogni movimento tentano di segarmi la giugulare.

Comunque, ho inchiodato (mi piacerebbe!)... insomma ho pigiato con entrambi i piedini sul pedale del freno e, dopo un vago testacoda poco scenografico, tuttavia meritevole di applausi da parte di qualche clacson insonne, sono finita con la fronte a pulire una porzione di parabrezza.

La cintura ha assecondato con premurosa delicatezza ogni movimento del corpo, senza opporre alcuna resistenza.
Mi sono fatta nulla, ma solo perché io, invece, per natura oppongo una fiera resistenza davanti a qualsiasi scossone la vita mi pari davanti.

Ora, che fare con questa vettura che ormai è un'amica e quindi non si può portare a rottamare, ma che ciuccia acqua come un cammello, accende spie a caso forse per assecondare lo spirito natalizio, ha un copertone bucato dal marzo 2019, quando affronta le rotaie del tram perde la marmitta e, nei giorni più briosi, anche il paraurti (anteriore o posteriore, dipende dal suo umore), quando fa caldo non parte e d'inverno si avvia con la sonorità di una Harley Davidson, e che mi costringe a pregare d'incontrare un semaforo rosso per rapidissimi soccorsi con chiave inglese alla batteria che tende a sbullonarsi?

Eh, si continua a volerle bene, ma con tanta cautela. Perché mi somiglia un po' e perché la vita è così, non è che la si può buttare solo perché ogni sua parte ha una magagna. Si va di chiave inglese e il viaggio prosegue.

PS Stavo ascoltando Alanis... and isn't it ironic?



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