Oggi vi parlo di Douglas Adams (così è)
Devo
impegnare un po' di tempo prima d’iniziare a lavorare; ho già fatto doccia e
colazione, quindi temo (per voi) che ora vi parlerò di Douglas
Adams, uno dei miei miti letterari e, se ben ricordo (chi ben ricorda è a metà
dell'opera... di qualcun altro), l'autore che ho riletto con maggior frequenza.
Nato in Inghilterra, morto in America; nel
mezzo ha viaggiato in mondi immaginari. Poi si è immerso nel nostro pianeta per
"l'ultima occasione", quella che noi stiamo perdendo (o abbiamo già
perso).
Dicono sia l'inventore
della fantascienza umoristica, anche se rammento di aver letto alcuni racconti
di Asimov molto divertenti (ma Asimov è ASIMOV, tutto maiuscolo, caratteri alti
tre metri, grassetto, evidenziato con una tonalità di verde alieno).
Per la miseria! Sto già perdendo il filo.
Dunque, Adams è universalmente noto per la “Guida galattica per autostoppisti”
che, per motivi a me incomprensibili, pare sia adorato dagli uomini e sottostimato
dalle donne. La Guida, in realtà è una saga o, come sosteneva Adams, "una
trilogia in cinque volumi" che solo una mente superiore poteva scrivere (a
chi verrebbe in mente un personaggio come il robot talmente depresso e
deprimente da spingere al suicidio un computer di bordo?).
Questo autore dotato di
mente eccezionalmente brillante (a mio parere; non lo ripeto ad ogni capoverso,
ma è chiaro che difficilmente i gusti, letterari o meno, siano universali),
prima del successo della Guida fece molti lavori, tra i quali la guardia del
corpo e il lavapiatti. Riuscì anche a cadere in depressione a causa della
sfilza d’insuccessi, in rapida successione, dei suoi esordi letterari; mi
capita di pensare che, se è vero che in ogni opera l’autore s’insinua tra i
personaggi, Adams abbia fatto la sua comparsa nei panni metallici di un robot.
Ha lavorato alla
sceneggiatura di alcuni episodi della serie Doctor Who (poter scrivere anche
solo una virgola di quei telefilm dev’essere una delle esperienze più
incredibili della vita), e tante altre belle cose.
Tuttavia, mi preme
parlarvi di romanzi ovviamente meno noti della saga della Guida galattica.
Sì, sì, tutto il testo
letto in precedenza non è altro che una premessa (poi non ditemi che non godo
del dono della prolissità).
Adams è l’autore di due
splendidi romanzi polizieschi (?) “Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica” e “La lunga
oscura pausa caffè dell'anima” (è
raro trovare in giro un titolo più bello). Le atmosfere ricordano il Doctor Who,
la Guida e uno di quei sogni in cui, al mattino appena sveglia, non riesco a
trovare un minimo di logicità, ma questo non gli impedisce di perseguitarmi per
tutto il giorno. Per me che amo il surrealismo (in tutte le sue espressioni) e
l’umorismo, questi due libri sono un capolavoro narrativo.
Dirk Gently è un detective squattrinato, con evidenti doti paranormali,
che investiga su casi senza capo né coda, dove divani restano innaturalmente
spiaggiati su una rampa di scale e oggetti e persone spariscono per farsi un
giro in altre dimensioni. Mi verrebbe da scrivere che le trame tracimano nel
demenziale… se solo questo aggettivo non mi ricordasse filmetti stupidi, e
Adams (per osmosi le sue opere) poteva essere molte cose fuorché stupido.
E dopo la seconda premessa (già, siamo mica ancora arrivati al punto), giungo
a parlarvi del libro di Adams di cui volevo scrivere fin dall’inizio: “L’ultima
occasione” (in inglese “Last Chance to See”, che rende meglio l’idea).
Qui concedetemi di fare una piccola premessa (ve ne siete già andati
tutti, lo so): nell’ultimo tratto della sua vita (è morto a 49 anni, e non me
ne farò mai una ragione), Adams, da sempre ecologista, s’innamorò follemente
della biologia evolutiva e della zoologia (nella saga della Guida, topi e
delfini sono extraterrestri: i primi detentori della massima conoscenza, i
secondi tentano di avvisare l’uomo della fine del pianeta Terra… ma tant’è).
Quindi, insieme a Mark Carwardine, scrisse “L’ultima occasione”, un diario di
viaggio in cui sono elencate tutte le specie in via d’estinzione.
Tenendo conto dell'accelerazione,
nell'ultimo mezzo secolo, dell'estinzione di specie animali e vegetali, e del
fatto che il libro fu scritto nel 1990, sospetto che alcuni dei soggetti da lui
presi in esame non siano attualmente più “disponibili” (diciamo “fuori
catalogo”).
Ovviamente, l’umorismo che ha attraversato tutta la sua produzione
letteraria non lo si ritrova in quest’opera, dove è protagonista la fragilità
del nostro mondo e in fondo di noi umani che, come possiamo notare in questo
momento storico, ci impegniamo più a distruggere che a proteggere.
Beh, è un libro che vi consiglio… magari intervallato dagli altri suoi
scritti, così, tanto per non cedere completamente alla depressione.
Adesso è tempo di mettermi al lavoro. Vi auguro una buona giornata con questa sua citazione:
"C'è un momento in ciascuna alba in cui la
luce è come sospesa; un istante magico dove tutto può succedere. La creazione
trattiene il suo respiro."
PS Douglas Adams ha suonato la chitarra in un concerto dei Pink Floyd,
per dire.
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