Brutti: il mondo dove essere belli è legge
Mi piace acquistare libri usati. Quelli nuovi hanno un buon
profumo, ma capita che mi addormenti tenendoli sul viso, col naso infilato nel
mezzo come segnalibro; e poi sono cari.
Le bancarelle dell’usato sono bei posti, rilassanti, pare di
tornare bambini in un negozio di giocattoli. Capita, purtroppo non spesso, che
vi trovi volumi che desideravo leggere; tuttavia, il più delle volte, scelgo seguendo
l’istinto: un titolo curioso, una copertina che mi ricorda qualcosa, paragrafi
sottolineati a matita con discrezione (le matite sono predilette dalle persone
discrete e gentili, così penso).
Nel caso del romanzo di cui vi parlo oggi, la scelta è stata
determinata dalla sensazione tattile del titolo in rilievo. Una sciocchezza, lo
so.
È stato lì per un bel po’ di tempo, impilato insieme ad altri
volumi che non riuscivano a convincermi. Poi, qualche notte fa, la pila è
caduta e mentre la ricomponevo le dita hanno nuovamente trovato quelle lettere
che potevo leggere ad occhi chiusi: “Brutti”.
E allora, ho iniziato… con fatica, scoprendo fin dalla prima
pagina che si trattava di narrativa per ragazzi. Ho proseguito solo per la
curiosità di scoprire il “mondo dove essere belli è legge” promesso da una fuggevole
sinossi inserita sotto il titolo.
Mi è piaciuto? Non saprei dirlo, ma l’idea che accompagna la
narrazione è avvincente.
Scott Westerfeld, l’autore, nel 2005 (data di pubblicazione) ha
immaginato una società del futuro dove i “rugginosi” (che poi saremmo noi) sono
scomparsi a causa di un virus che ha attaccato il petrolio incenerendo quasi
tutti; unici superstiti, coloro che vivevano in armonia con la natura.
Ma nonostante i sani principi degli esordi, anche questi
personaggi hanno, generazione dopo generazione, sviluppato un’idea assai
strampalata per migliorare il mondo: rendere tutti perfetti fisicamente, dare
bellezza assoluta ad ogni abitante del pianeta attraverso interventi chirurgici
atti a modificare i connotati fisici fino a renderli “perfetti”, appunto.
Così, fino ai 16 anni, tutti i ragazzi vivono nella
convinzione d’essere orribili (anche se sono belli, gli viene inculcata l‘idea
di non essere perfetti, e quindi brutti) e la loro unica ambizione è giungere
all’isola dei Neoperfetti, un luogo paradisiaco con feste che durano giorno e
notte, dove tutti sono felici e bellissimi.
Tutti o quasi perché la protagonista, Tally, incontra una
ragazza troppo magra e dagli occhi distanti che vuole restare così com’è, diversa
dagli altri, e che le racconta di voler fuggire per raggiungere una città dove
di nascondono i giovani che sono scappati dalla città dei brutti per non subire
l’intervento estetico obbligatorio per legge.
Tally, invece, più si osserva allo specchio e più brama di
diventare perfetta. Presto, però, si accorgerà che i suoi amici già trattati
chirurgicamente non hanno mutato solo il loro aspetto esteriore.
“… il bisturi non ti cambia soltanto la faccia. È la tua
personalità, la tua stessa essenza, il prezzo della perfezione”.
Appena chiuso il romanzo, mi sono ritrovata a pensare che
spesso la narrativa per ragazzi offre più spunti di riflessione di quella per adulti.
E mi sono chiesta in quale filone letterario inserirei questa
lettura: fantascienza? Forse. O magari si tratta di una previsione, nemmeno poi
tanto stravagante, dettata dall’osservazione del mondo di oggi?
Scott Westerfeld – Brutti - Mondadori
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