Ultimo giorno d'agosto, ultima pausa pranzo in centro città.

Ora è il tempo del ritorno a cose, abitudini, strade affollate. E ho incontrato paesaggi deserti gustosi per la mente; dopamina da vuoto, quando si notano i dettagli che sfuggono quando i volti della gente richiedono disattenzione.

Durante questo mese, passeggiando, mi è capitato di riflettere sul fatto che nei miei pensieri la nostalgia sia merce scarseggiante.

Tuttavia, è un'emozione che mi attrae; non saprei spiegarne il motivo, se non per una sorta di romanticismo poetico, peraltro molto distante dai miei pensieri in prosa.

Aggiungerei che da qualche tempo riesco a gironzolare senza l'allarme continuo dell'agorafobia e non so quanto durerà (perché Lei ritornerà, ne sono certa... ma per ora non mi manca perché, appunto, non sono nostalgica).

Quindi, ne ho approfittato per stimolare l'emozione di ricordi un po' struggenti.
Ho fatto un tour della memoria, delle strade, dei palazzi e dei loro occupanti frequentati in passato che, casualmente, sono tutti vicini, questione di pochi passi, esperienze amene circoscritte.

Oggi, ultima tappa: il liceo che frequentavo, ora convertito ad altro (ma forse lo era già allora, visto il mio livello d'istruzione); mi è parso così diverso da non riuscire a partorire alcun ricordo (più piccolo, di colore diverso, troppo austero, silenzioso, boh) ; poi però ho visto il lampioncino accanto all'ingresso (ai tempi della mia frequentazione probabilmente funzionava a gas o a olio, e andavo a scuola sul velocipede, se non riuscivo a strappare un passaggio in carrozza... sono vecchia, è un fatto).

Ecco, quel lampione ormai arrugginito e con vetri sporchi ha generato una punta di rimpianto.
Ho rivisto brevi spezzoni di vita piacevole, risate, belle amicizie, innamoramenti percepiti tanto assoluti ed eterni quanto inconsistenti e obliabili nella realtà.

Insomma, sono riuscita a regalarmi una dose di nostalgia e mi è piaciuta. Non abbastanza per diventarne dipendente. Meglio.
Ma - è un fatto - mi mancheranno le espadrillas che hanno atteso la fine delle camminate estive per cedere alla prepotenza degli alluci.


PS Allego foto didascaliche. La Mole non è citata nel testo, ma ora l'ho fatto (per dire) ed è, era e sempre sarà, la Stella Polare dei miei viaggi... anche quando ero molto, ma molto, lontana.

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