Oggi libri: "La mia vita" di Agatha Christie
Chi non vorrebbe conoscere i propri miti, la loro vita, cosa
fanno o non fanno, gli intimi pensieri? Io, lo ammetto.
Ci sto riflettendo mentre affronto le ultime pagine dell'autobiografia di
Agatha Christie, non a caso iniziata a leggere dopo aver spuntato l'intera sua
bibliografia.
Diciamo pure che le biografie poco mi appassionano, ma a volte amo talmente
tanto un autore (o qualsiasi altro personaggio) che è forte la tentazione di
sapere cosa ha fatto nel corso della propria esistenza o cosa pensa del suo
lavoro, del mondo e di tutto quanto.
Tuttavia, ricordo che dopo l'autobiografia di Simenon decisi che sarebbe stato
meglio non sapere per non perdere il piacere della lettura di opere
interessanti (lui mi apparì fortemente indigesto, egoista e un tantino
urtante), quindi smisi di leggere i suoi romanzi, seppur mi piacessero molto.
Con la Christie sono semplicemente rimasta delusa, ma non è colpa sua.
Ha vissuto una vita molto avventurosa, ha affrontato viaggi in solitaria in
luoghi rischiosi per una donna sola, vivendo con leggerezza i disagi di ripari
improvvisati e di mezzi di trasporto invasi da cimici o singolarmente scomodi;
per l'epoca (e non solo) è stata una donna coraggiosa, autonoma, ottimista,
intraprendente, capace di fare spallucce (almeno così pare) davanti alle
avversità. Eppure, durante le oltre 500 pagine in cui lei si racconta, più
volte mi è sorto il sospetto che fosse... come dire? Non trovo l'aggettivo più
calzante senza scadere in un lessico poco raffinato... stronza (sicuramente
potrei trovare un sinonimo meno triviale, però questo mi nasce spontaneo).
A parte che un po' mi sono annoiata nel leggere un'infinità di nomi di
conoscenti, personale di servizio e tate (sue e della figlia; lodabile che le
ricordi tutte, o quasi, con affetto, glielo concedo) con annesse annotazioni
caratteriali; persino i viaggi tendono a privilegiare i personaggi, più o meno
noti, incontrati a discapito della descrizione dei luoghi. Per non parlare del
tratto in cui spiega quali sarebbero, a suo parere, le pene adeguate a chi
delinque (ecco, è qui che si è insinuato l’aggettivo “stronza”).
Riflettendoci con calma - perché amo con passione le sue opere e quindi le
concedo del tempo per rielaborare le varie informazioni che ci ha regalato su
di sé -, mi accorgo che ciò che (probabilmente) me l'ha resa un po' antipatica,
è che mi attendevo di leggere non tanto i fatti privati e qualche notiziola di
gossip, ma la storia del suo innegabile talento. Forse desideravo le biografie
di Poirot e Miss Marple, ecco il fatto: dimentico sempre che l'autore non
convive perennemente con i suoi personaggi, non necessariamente li deve amare,
che la vita è altro e altri.
La nascita di Poirot, riassunta in modo assai distaccato in una paginetta, mi
ha ferita; Miss Marple bollata come una vecchietta pettegola, mi è spiaciuta.
Aggiungiamo che, almeno fino ad età avanzata, si costrinse a scrivere solo per
pecunia e con pochissimo entusiasmo, privilegiando viaggi, avventure, acquisto
di case, eccetera (e aveva ragione, ha fatto bene, è un approccio sano al “lavoro”...
è che non risponde a quanto penso e a ciò che mi attendevo).
"La mia vita" di Agatha Christie è il libro con cui ho concluso un
anno e iniziato quello seguente, e credo dovesse essere letto.
Il fatto è che da mito, la signora Christie si è trasformata in una scrittrice
(anche se lei non ha mai amato definirsi tale; e questo le fa onore, portando a
riflettere con quanta facilità si fregino di tale qualifica molti autori che
potrebbero allegramente farne a meno) i cui romanzi sono stati per me molto
importanti (e continueranno ad esserlo).
In conclusione: mai mitizzare, concedere un aspetto umano - molto umano - a chi
ci piace (in qualsiasi ambito, pubblico o privato), ammirare il talento e
lasciar perdere tutto il resto, prendere atto che gli scrittori non vivono solo
per scrivere e che talvolta non ne traggono particolare piacere (ed è giusto,
anche se fatico a comprenderlo).
Comunque, lettura interessante che non posso evitare di consigliare.
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