La piccola follia quotidiana

 Avete presente quel pizzico di schizofrenia che talvolta fa capolino nella nostra mente? Avanti, ditemi di sì, cosa vi costa? Sto parlando di quel fenomeno che ci fa apparire diversi anche a noi stessi, facendoci ribaltare da fermi. È come se qualcuno, inaspettatamente e senza apparente motivo, spostasse tutto il peso su un solo lato del nostro equilibrio (scrivo "nostro" anche se vi percepisco dubbiosi). 

Non è piacevole, ma ho scoperto che la sgradevolezza deriva dal fare resistenza. 

Così, quando la piccola follia (o grande, dipende dal terapeuta interpellato) si affaccia, quando mi sento risucchiare in quel mondo che francamente fa una gran paura, smetto di meditare su eventuali strategie (tanto, l’ho imparato, mi do dei pessimi consigli). Resto lì rovesciata e osservo l’ambiente circostante da quella prospettiva, cercando di individuare cosa lo renda così interessante; annoto e rileggo appena mi rimetto in piedi, stabile sulle zampe.

C’è molto da imparare dalle nostre follie, su di noi e sul rapporto con gli altri: è quella galassia abitabile, ma ancora inesplorata, che forse ci può salvare. Non darle una possibilità di perlustrazione, presumendo che la sua atmosfera sia letale, è un errore. Ora lo so.

Immagine: Yodi (in affido congiunto col vicino; la gatta, non la foto)



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