Anche senza canditi, buona Pasqua!

 

Il fatto è che amo i dolci contenenti canditi; mi piacciono anche i canditi senza il dolce attorno, ma meno.

Oggi, trovandomi in zona centrale per faccende da zona centrale, mi sono fermata in uno di quei bar/pasticceria dove se ordini un tè ti chiedono anche di che colore lo vuoi.
In questi casi resto sempre un po’ sbalordita; sono più abituata ai localini che se gli chiedi un tè ti guardano con sospetto, poi spariscono nel retro (dove, ne sono quasi certa, ci vivono tizi loschi che passano il tempo disegnando faccine sorridenti sulle pasticche d’ecstasy), tornano con una bustina di tè Star che infilano direttamente nella tazza perché, in certi ambienti, ammettere di possedere una teiera può esporre a gravi ritorsioni.

Sto divagando. I canditi, sì… una vetrina con colombe di varie dimensioni e forme (tutte comunque colomboidali) mi ha convinta ad entrare, perché nei miei ricordi quello è un dolce che chiama i canditi.
Ordino un tè e la gentile signora s’informa sulle mie preferenze non solo relative al colore, ma anche al paese di provenienza: scopro un mondo color ambra e, probabilmente, dai mille profumi e sapori, che non conoscevo. Mentre votiamo entrambe per un verde matcha giapponese che, peraltro, contrasta l’invecchiamento cutaneo (non è vero, tutte balle, ma è buono… se piace), lancio lì la proposta della colomba mignon piena da scoppiare di canditi.

Lei ha smorzato un po’ il mezzo sorriso altero, che suppongo indossi per contratto, e ha assunto un'aria schifata come se avessi chiesto la farcitura con pasta d'acciughe. Mi propone una "colombina classica" (che però dentro ha una cippa), e poi "abbiamo anche quella con gocce di cioccolato" e sulle "gocce"(pronunciato gocciiiue) stringe la boccuccia come se stesse per darmi un bacio, peraltro senza averne alcun desiderio (in questi casi mi accorgo di quanto noi torinesi, talvolta, possediamo l’abilità mimica dei francesi di far sentire una merdolina chi ci sta davanti).

Insito per i canditi. Non so cosa sia accaduto al mercato della frutta zuccherina, ma è un fatto che sia diventata una rarità: hanno iniziato con i panettoni, probabilmente a seguito di una petizione di detrattori del candito, mettendoci solo l'uvetta… poi è partita l’invasione di creme variamente nauseanti al cacao, pistacchio, marroni, zuppa inglese, eccetera. Da lì è stato un crescendo e io mi ribello, è un mio sacrosanto diritto. A dirla tutta, non avevo l'energia necessaria per imputarmi... causa ritorno di attacchi di panico che un po' mi preoccupano, ma di questo parleremo un'altra volta.

La signora sparisce nel retro (dove, mi piace pensare, un gruppo di pasticceri bramerebbe disegnare faccine sulle Sacher) e torna con una robina magra come la fame.
I canditi c'erano in modica quantità e di dimensioni talmente miserrime che per provarne l’esistenza toccava andare a Ginevra e mettere la colomba nell'acceleratore di particelle del CERN.

12 euro e un viaggio di ritorno incolonnata in un rave di auto sgasanti per 45 minuti a chiedermi cosa ci giunge a fare tutta quella gente a Torino Sud… che vengano a comprare colombe con i canditi?

Vi auguro una bellissima Pasqua, con canditi o meno.

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