Cose di cervello.

     Mi scappa un momento di divulgazione scientifica, se volete potete assentarvi per qualche minuto.

Inizio con una brutta notizia: i gamberi soffrono d'ansia, quindi mi tocca eliminare anche loro dalla dieta che già esclude tutti gli animali di cielo e di terra (più il polipo). Qui si va avanti a insalate, sperando che non venga fuori che la rucola è depressa o il pomodoro è empatico... non siamo lontani, fidatevi di chi ha intervistato un tizio che registra le reazioni delle piante: svengono se ci avviciniamo con una forbice, si lamentano, intuiscono le nostre intenzioni (non ci ho dormito per una notte).
Ma la vera notizia, letta poco fa per prendermi una pausa dalle brutture del mondo e dall'idea di diventare cannibale, riguarda la strabiliante mappatura del cervello di un moscerino della frutta (che temo di aver mangiato per sbaglio).
Uno sproposito di Neuroscienziati di varie università hanno preso il cervello della povera bestiola, lo hanno tagliato in settemila fette (7.000, lo scrivo anche in numero per sottolineare la portata del lavoro) e con il microscopio si sono messi a contare neuroni e sinapsi, oltre a dare un'occhiata alle loro connessioni.
Allora, i ricercatori hanno identificato più di 8.400 tipi di cellule, di cui 4.581 sconosciuti finora, e qui hanno fatto un saltino per lo stupore.
Poi, 140.000 neuroni, contro i miei due (2) che quando s'incrociano fingono di non conoscersi, con oltre 50 milioni di sinapsi; uno 0,5% di neuroni "presenta variazioni dello sviluppo che possono causare un cablaggio errato delle connessioni".
"Cablaggio errato delle connessioni" l'ho scritto sulla mia lavagna perché è bellissimo e sono certa mi tornerà utile in una conversazione con amici o in una seduta di psicoterapia.
A cosa serve tutto ciò? Ho faticato un po' a capire perché ho un neurone con la spia rossa accesa per via dell'errore di cablaggio, ma l'articolo dell'Ansa spiega che quando si arriverà a fare la stessa roba col cervello umano (passerà un eone di tempo, basti pensare al lavorone che c'è voluto col moscerino) potremmo avere... aspettate, ve lo faccio spiegare dal virgolettato: "E' come una Google Maps per i cervelli. Avere un diagramma delle connessioni tra i neuroni è come sapere quali strutture nelle immagini satellitari della Terra corrispondono a strade ed edifici. Annotare i neuroni è come aggiungere alla mappa i nomi di strade e città, autobus, orari di apertura dei negozi, numeri di telefono, recensioni e quant'altro: servono entrambi perché sia ​​davvero utile", lo dice Philipp Schlegel, uno degli autori dello studio, biologo molecolare britannico.
Ora ditemi se tutto ciò non è meraviglioso (ansia del gambero a parte) e se non valeva la pena di leggere fino a qui.
Immagine: cervello del moscerino (presa in prestito dal sito dell'Ansa, da cui ho tratto anche le informazioni per il presente articolo). Grazie ANSA, sempre preziosissima fonte di informazioni.



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