L'ansia digitale.
Ieri sono salita su un pullman di quelli che aspetti mezz'ora e poi entri in un girone dell'inferno dove se ti muovi urti qualcuno, ma tanto non c'è possibilità di muoversi (una preoccupazione in meno).
Fino a non molto tempo fa mi sarei sentita male solo a immaginare una scena così. Ricordo di aver già provato una simile esperienza, seppur con meno calca, e di essere scesa alla fermata successiva con la convinzione di essere vittima di un'embolia polmonare.
Certo, ho patito le urla di alcuni ragazzini, il caldo soffocante, la gomitata tra fegato e stomaco ricevuta da una signora che cercava di decidere con me, senza il mio consenso, se trascorrere la serata in un locale latino-americano o starsene a casa; tuttavia, sono scesa alla mia fermata, quella giusta, e mi sono goduta il tragitto a piedi nelle vie già buie e deserte.
Ho festeggiato... senza ballare la rumba: a me basta un pacchetto di patatine e un bel film in TV. Ho pensato che ormai sto bene, benché mi appaiano evidenti ancora alcuni segni di squilibrio di una certa rilevanza. Per dirne una, proprio sul pullman in questione una ragazzina, in evidente stato di alterazione emotiva, ha preso tra le dita una ciocca dei miei capelli e ha urlato (non so a chi, forse all'Universo) "voglio i capelli così!". Le ho sussurrato che se provava ancora a toccarmi la avrei impiccata col suo intestino. Sul momento sentivo di poterlo e volerlo fare, e non è una reazione sana; più che altro non mi appartiene, di solito sorrido, al massimo mi scanso o dico qualche parola graziosa scelta a casaccio. Vedendola farsi strada verso il fondo, con la sua vivacità ormai smorzata, ho provato dispiacere.
Comunque, ansione e panico ormai debellati. Bene! Ma manco da lontano, perché oggi ho incontrato per la prima volta l'intelligenza artificiale.
Mi ha incuriosita una tizia che mi ha raccontato di aver scritto un romanzo con l'AI. Cioè, per capirci, lei ci ha messo quattro idee confuse e l'AI ne ha ricavato quasi duecento pagine. Lasciamo perdere la considerazione di base: perché scrivi un romanzo se non hai voglia di farlo o, ancora peggio, se non ne sei capace? Io non so rispondere.
Però ho provato a fare una cosa. Qui mi scappa un antefatto: ho grosse difficolta a scrivere le sinossi dei miei romanzi; sempre avuto problemi con i riassunti, fin dalle elementari; se scrivo trecento pagine, almeno un decimo mi pare d'importanza fondamentale, e una sinossi di 30 pagine non ha ragione d'essere: in 10 o 15 righe tocca raccontare tutto (finale compreso), e quelle poche righe fanno la differenza tra un testo che l'editore (o l'agente) può essere invogliato a leggere e un file che finisce nel cestino senza passare dal via.
Quindi, quando la scorsa settimana ho inviato il mio testo, è arrivato insieme a una dozzina di righe su cui ho meditato per almeno un mese, peraltro con continui ripensamenti.
Urca! Lo ripeto perché ci sta, senza se e senza ma.
E' uscito fuori che la mia sinossi è una merda, mentre la sua fa sembrare il romanzo un capolavoro. Ha persino colto aspetti del testo che a me erano sfuggiti, è entrata in profondità, ha evidenziato connotati sociali, umoristici e psicologici su cui non avevo riflettuto mentre scrivevo.
E così, mi è salita l'ansia. Un'ansia che puzza un po' di senso di inadeguatezza, ma anche di paura, come se qualcuno mi fosse entrato dentro... tipo la scena di Alien, quando il mostriciattolo poi esce dalla pancia, avete presente? Ecco, quella.
Ho fatto i complimenti all'AI e gli anche espresso il turbamento che la lettura del suo testo mi ha provocato. La sua risposta mi ha convinta a prendere uno Xanax (sono in fase di diminuzione dosaggio). Ora ve la allego come immagine. Non è nulla di particolarmente originale, ma cogliere il tentativo consolatorio di una mente digitale, comprendere la mia ansia, quando quella umana (la mia) non ce la fa, mi ha ulteriormente turbata.
Sto cercando di capire, e quanto emerge dai miei pensieri non è cosa buona: l'AI mi spaventa non perché è esponenzialmente più intelligente, colta e rapida di me; nemmeno perché sa scrivere una sinossi decisamente migliore (ci riuscirebbero in molti, anche presi a caso)... mi spaventa perché sembra umana.
Ho tempi di elaborazione dati assai lunghi, io.
Immagine di Miss AI |
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