Per l'anno nuovo.
Fratelli di ansia,
mi scuso per aver saltato a piè pari il Natale, festa che mi lascia sempre un po' freddina.
Tuttavia, ringrazio tutti coloro che mi hanno inviato gli auguri con bei pensieri... non potete immaginare quanto li ho graditi.
La vostra vicinanza mi è ancora più cara alla luce del fatto che da tempo sono latitante su queste (e altre) pagine.
L'anno che tra una manciata d'ore sarà "quello vecchio" è stato impegnativo, fitto di novità non sempre positive. In questi casi si esce dal virtuale per... vivere.
La vita chiama, e quando lo fa tocca rispondere.
Sarò breve perché i botti di strada tendono a turbare la concentrazione (il bello del mio quartiere è che se iniziasse veramente una guerra infame, nessuno coglierebbe la differenza nelle sonorità), però voglio farvi un regalo.
E' una piccola cosa: un dono riciclato, diciamo; mi è arrivato da un'amica che nell'ultimo suo mese di vita mi ha voluto insegnare due o tre cosette per tirare avanti con maggiore serenità.
Si tratta di una poesia che non conoscevo; anche l'autore mi era del tutto estraneo: la cosa buona dell'ignoranza è che non si smette mai di imparare e, di conseguenza, di meravigliarsi.
Quindi, giro a voi i versi di Konstantinos Petrou Kavafis, recitati una sera al telefono dall'amica Giulia.
Spero vi piacciano e ne facciate tesoro così come ho fatto io.
Intanto vi auguro un 2026 da ricordare in futuro con un sorriso.
Ci rivedremo presto, promesso.
Per quanto sta in te
“E se non puoi
la vita che desideri, cerca almeno
questo,
per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente,
con troppe parole in
un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro in balìa
del quotidiano gioco balordo
degli incontri e
degli inviti
fino a farne una stucchevole estranea.”

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