Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Ritornare a casa

Immagine
Prima dell'agorafobia, a nevrosi inesplose, qui si usciva parecchio. Non è che facessi lunghi viaggi; mai sperimentato il coast to coast negli Stati Uniti, per dire, ma solo perché ho sempre peccato di pessima gestione delle finanze (posto che ce ne fossero) e l'America non è mai stata tra le mie priorità. Però, molto spesso, andavo in qualche posto, perlopiù scelto sulla spinta del momento, con la mia auto scassata (sempre avuto rottami, se mi regalassero un'auto nuova non oserei toccarla nemmeno con una canna da pesca, probabilmente). Per capirci, nel bagagliaio c'era sempre uno zaino con il cambio di vestiti, la biancheria, spazzolino e dentifricio. Ho sempre tenuto molto all'igiene orale, più di una volta qualche passante ha avuto il piacere di vedermi lavare i denti a una fontanella pubblica (soprattutto a Roma, chissà perché? Forse lì mangiavo in continuazione). Per il resto potevo restare sporca per giorni; lo so che non è bello da dire, che si

La banda dei pensionati (il mio romanzo)

Immagine
Avvertenza: qui abbiamo bieca pubblicità. Oh, sì. Questo pezzo lo scrivo per invogliarvi all'acquisto di un romanzo (a dire il vero potete farlo comprare ad altri e poi chiederlo in prestito, ma la sostanza non cambia), non si scappa. Cioè, voi potete scappare, siete ancora in tempo. Dal paragrafo successivo si va di messaggio promozionale, non dite che non vi ho avvertiti (per l'avvertenza ho persino usato caratteri piccoli... come nelle pubblicità, appunto). Non so se ricordate, ma lo scorso anno ho avuto un periodo proprio brutto.  Ci ridevamo su tutti insieme, ma l'esaurimento nervoso stava già annodando i fiocchi per agghindarsi a festa. Era estate, quindi avevo più tempo per rotolarmi nelle paranoie. Così, come spesso faccio in questi casi, ho scritto un romanzo. Ne abbiamo già parlato: a mio parere, la creatività (in qualsiasi modo si esprima) è un eccellente antistress, o comunque dà l'impressione di riempire il vuoto vacuo che si annida dentro

Ci sono poco

Immagine
Da qualche tempo sono latitante. Non è che evito questo luogo, capita che appena sto per scrivere mi arrivi una telefonata o una mail per questioni di lavoro. Detto tra noi, odio lavorare; non adesso, sia chiaro: da sempre. Se il destino avesse assecondato le mie inclinazioni, sarei nata già equipaggiata di stipendio e avrei trascorso la vita senza preoccupazioni e, a mio parere, senza panico.  Ma non si può sapere. Ciò che so per certo è che la mia presenza saltuaria in questo luogo (che poi è la mia tana) ha provocato la fuga di due lettori del Belgio. Non so chi siano, non conosco i loro nomi, ma sono dispiaciuta; perché, diciamoli, i belgi sono stati i primi frequentatori di questo blog, mi erano diventati di famiglia e li aspettavo dal momento della messa online del pezzo: comparivano i belgi e io passavo a fare altro. Il fatto è che gli ultimi due mesi sono stati (e proseguiranno) ricchi di impegni, una roba da far fatica a stare seduta sulla sedia e (attenzione

Sopravvivere nonostante la scienza

Immagine
La faccenda è questa: fumo come una locomotiva, ma sono salutista. E' tutta una questione di equilibri che non sto a spiegarvi perché non l'ho ancora ben capita io. Aggiungo che per lavoro leggo quotidianamente un discreto numero di articoli sulle nuove frontiere raggiunte dalla ricerca scientifica. Molti di questi sono in inglese, quindi posso affermare con un minimo scarto, che li interpreto alla "pressoché"... vuol dire che a volte li elaboro mentalmente come più mi fa comodo (ad esempio, i danni da fumo non sono così inquietanti come sembrano in italiano e la pizza con i funghi è comunque la panacea per tutti i mali). La spinta salutistica mi porta a fare tesoro di tutto ciò che leggo; ho anche dei quaderni in cui mi appunto le novità più stimolanti: nomi di bacche che crescono solo in cima a monti che non si trovano sulle mappe, varietà di bevande che tocca ordinare da un monaco tibetano privo di indirizzo mail e, sospetto, anche di computer, cibi che sa