Troppo presa dal lavoro, dai progetti, spesso anche da persone che non meritano tanta attenzione... fondamentalmente troppo presa da me stessa (un recente fenomeno su cui inizio seriamente a interrogarmi e preoccuparmi).
Stanotte mi sono alzata per via di un'inquietudine anomala e ho pensato che erano forse più di due mesi che non sentivo Noria: avevamo in cantiere delle cose da fare insieme (dalle sirene all'uncinetto a un libro a quattro mani, oltre a qualche utopia); io avevo posticipato tutto all'anno nuovo perché avevo poco tempo e troppe cose da fare, lei mi aveva risposto che tanto dal suo letto non si muoveva, che la sclerosi non la lasciava scappare e poteva aspettarmi.
Non l'ha fatto.
E io mi sono preoccupata della sua prolungata assenza dopo quasi due mesi. Così, come mi è accaduto un'altra volta con un'altra meravigliosa ragazza che mi voleva bene, ho scoperto sui social che Noria Nalli (giornalista abilissima nel raccontare con ironia il mondo della disabilità, autrice del bellissimo romanzo autobiografico Avventure semiserie delle mie gambe e di "A che ora passa il treno per la guarigione?") se n'è andata. Non sentirò più la sua voce calma, la sua parlata lenta e riflessiva, le sue mille idee, quel suo dirmi "ti voglio bene" quando la facevo ridere.
L'ultimo messaggio rimasto sul mio telefono è un racconto scritto per questo blog, a cui segue un post scriptum che ne spiega la brevità: "Perdonami, cara, mi rendo sempre più conto che certi brani che ho scritto sono come brandelli di pelle, che provocano dolore nell'essere maneggiati".
Il suo racconto pensavo di pubblicarlo per Natale, e ormai ci siamo.
Ma avrei voluto che lei lo vedesse... perché attendeva sempre le mie storielle natalizie con personaggi che "fanno bene al cuore".
Stanotte è Noria a occupare completamente il cuore (vicino a un senso di colpa che sta in agguato in un cantuccio), e questo è il suo racconto.
TEODORA di Noria Nalli
“Forza dai, corri, siamo in ritardo!”.
“Aspettami mamma, non ce la faccio, sono stanca!”, “Lo so, ma rischiamo di non
fare in tempo... muoviti Teodora!”
Il piccolo dialogo giunse alle mie orecchie
attraverso la finestra aperta, che dava sul lato di via San Marino.
Probabilmente una madre incitava la figlia per riuscire ad entrare a scuola al
vicino complesso della Don Milani…”. Però che bel nome Teodora, sa di
antico…”
Ho fatto appena in tempo a formulare questi pensieri, che la mia mente
è partita subito per un viaggio tortuoso, che mi ha portata ai miei libri di
storia, a Bisanzio poi a Ravenna per finire allo Swatch con la riproduzione
dei mosaici di San Vitale, che mi avevano regalato per la laurea.
Teodora era
la bellissima moglie di Giustiniano che
diventò imperatrice dopo essere stata un'attrice e una prostituta.
Il suo viso
impresso sul cinturino dell'orologio mi ha accompagnato durante anni molto importanti… Cara
Teodora perché sei tornata a tradimento per scaraventare i miei pensieri nel
passato?
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