La cura

 


A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Uhhh, che cazziatone!

La faccenda dei due venerdì non poteva restare impunita.

L’Uomo dei libri non dimentica.

E allora stavo guardando un episodio di Ellery Queen (che mi piace tanto), quando suona il telefonino.

Lancio l’occhio e medito di darmi per morta, perché lo so che è in arrivo un vento gelido dall’est (anche se le coordinate geografiche non sono esattamente quelle di levante, sospetto).

Non c’è bisogno d’essere sensitive per sentire l’onda d’urto di una rabbia trattenuta per ore.

Nell’ordine: le sigarette, il ritmo sonno-veglia (e viceversa), la dieta squilibrata, la vita squilibrata, lo Xanax che rintrona, i libri suicidali che mi ostino a leggere, le analisi che rimando perché tanto già so il risultato (perché sono “presuntuosa e testarda”, tra le altre cose).

 - Mi hai detto che Battiato ha scritto “La cura” per me.

Qui faccio la voce di bambina che chiede d’essere presa in braccio.

- Sì, perché parla di una complicata come te.

- Dice “ti proteggerò dai turbamenti che incontrerai per la tua via”…

- Dubito che lei lo chiamasse mentre il poveraccio era sul lavoro "turbata" perché qualcuno, “forse l’Universo” gli ha stravolto il calendario.

Oh, com’è bravo a rendere verbali le virgolette!

 

- E dove le metti le ossessioni delle tue manie?

- Un’idea ce l’avrei.

- Ma lui dice anche “Perché sei un essere speciale e io avrò cura di te”.

- E allora telefona a Battiato quando non sai dove sei, perché, quando… che comunque, anche lui, quella canzone l’avrà scritta per una donna che frequentava da pochi mesi: dopo anni l'avrà abbandonata su un'autostrada.

- Dici che non la frequenta più?

- Avrà anche cambiato il numero di telefono.

- E “percorreremo insieme le vie che portano all’essenza”?

- Ma la sai a memoria?

- Non è difficile.

- E non riesci a ricordare che giorno è oggi?

- E’ diverso.

- …

- Non essere arrabbiato, non mi sgridare, che poi magono. Sono già in ansia per la questione dei giorni che mi saltano via sempre più spesso come se niente fosse. Ho trascorso tutte le pause di oggi a disegnare orologi.

- Eh?

- Quel test che fanno in ospedale ai sospetti malati d’Alzheimer. L’ho visto.

- Quello del libro di Sacks?

- Lui!

Silenzio. Un silenzio che diventa intollerabile.

- Lo sai che ho terrore del declino cognitivo. E non sto bene fisicamente e quindi ho paura che la mente segua il corpo; è tutto un cerchio: puoi conoscere il Pi greco che è una costante, ma noi non lo siamo, noi finiamo, e non se ne esce.

- Giuro su Dio: in tanti anni continuo a non capirti. Ma nemmeno con un dottorato in psichiatria si potrebbe arrivare a districare un minuscolo pezzetto del groviglio che hai in quella testolina.

Nella scelta della parola "testolina" c'è tenerezza, lo sento.

- Non mi dire che sono pazza.

- Eh beh, non te lo dico ma… perché devi sempre complicare ogni minimo dettaglio della vita?

- Perché mi piacciono le cose complicate. Se così non fosse, tu non ci saresti mai stato.

Tornata a Ellery Queen, ma godendomelo un po’ meno.

Una punta di depressione? E' il periodo, il cambio di stagione, e che si fatica a crescere.

 

 

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