Il decalogo del Sonnologo.
Da 7 a 5, poi a scalare fino a due o tre ore al giorno di
sonno; mi è capitato di trascorrere 48 ore consecutive di veglia, posto che lo
stato catatonico possa essere definito “veglia”. Tutto questo per un paio d’anni.
Ho provato l’autoipnosi, lunghe passeggiate notturne,
rimedi erboristici dal sapore gradevole quanto masticare guano di piccione, suoni
della natura provenienti dal comodino, visione notturna di partite di golf e
altre strategie più o meno (o per nulla) approvate dal mondo medico e dal buonsenso
comune.
Niente! Certo, quando mi era concesso dormire di giorno
andava a meraviglia, ma la quotidianità è satura di regole comportamentali aggirabili
esclusivamente da chi se lo può permettere, e io non posso. Sull’insonnia ho
già scritto varie volte (QUI potete leggere un pezzo in cui, circa un anno fa,
promettevo di ricominciare a dormire), ad un certo punto mi ero persuasa ad
accettare questo problemuccio, fino a quando l’organismo ha iniziato a scatenare
una serie di sintomi un po’ allarmanti.
Alla fine, sono andata da uno specialista dei disturbi del
sonno, di seguito denominato Sonnologo.
Il Sonnologo in questione è un boss della dormita che già
conoscevo per averlo intervistato, e mi aveva colpita per la sua capacità di mantenermi
attenta anche dopo due giorni di veglia (dal medico di base mi ero addormentata,
adducendo poi la scusa di “aver semplicemente riposato gli occhi per qualche
secondo”).
Dopo una lunga chiacchierata, con anamnesi, un briciolo di
psicanalisi, ricordi infantili e commenti (da parte sua) sull’assurdità delle
mie abitudini e sul mio aspetto esteriore poco sano (ero sveglia da 36 ore, a
parte una dormitina in auto in attesa del semaforo verde), è arrivata la
diagnosi: sono scombinata.
Ora, essere scombinati pare cosa da niente, peraltro
persino simpatica; ma se la mente sembra trarne piacere, il resto dell’organismo
entra in allarme e si prepara a premere il pulsante rosso dell’autodistruzione.
Sperando di essere utile a quanti di voi soffrono d’insonnia
cronica, condivido alcuni dei consigli elargitemi dal Sonnologo (detti da lui
parevano più imposizioni e divieti, ma a volte i bravi medici fanno così,
altrimenti li si prende sottogamba).
- 1. Prendere atto di quali possono essere i rischi per la salute della mancanza di sonno: diabete, obesità, ipertensione, infarto, ictus, invecchiamento precoce della pelle e del sistema nervoso e, non ultima, demenza prima del tempo; si aggiungono disturbi della memoria, ansia, in alcuni casi psicosi (e questa mi spaventa tanto perché nutro il sospetto di coltivare una predisposizione naturale).
- Ripristinare il ritmo circadiano: di giorno si sta svegli e di notte si dorme! Non ci sono santi, non importa se fin dalla nascita erano invertite le quote. Tant’è che, vedendomi particolarmente assonnata, mi ha imposto di stare sveglia fino alla mezzanotte (con qualsiasi mezzo) e poi tracollare nel letto.
- Il letto serve solo per dormire (“e farci sesso”, ha aggiunto). Ci si sdraia e si spegne la luce: banditi libri, parole crociate, musica, film, video con pertite di golf, onde che s’infrangono sugli scogli, eccetera. Tristezza infinita e, ammetto, sulla faccenda dei libri ho finto di non sentire. Comunque, per il Sonnologo (e non solo per lui) è fondamentale rafforzare l’associazione letto-camera e sonno (e sesso, il Sonnologo ci tiene).
- 4. Nessun riposino pomeridiano (la pennichella deve diventare un ricordo… più una nostalgia, direi).
- 5. Se proprio non si riesce a prendere sono, alzarsi: gironzolare per casa (poco; bighellonare è un’abitudine che ai medici non piace), preparare una tisana, leggere… non va bene fumare, mangiare, bere un thè e guardare le repliche di Doc Martin (ahia!).
- 6. Evitare tv, telefonino e computer, almeno un’ora prima di andare a letto (ma questo si sa e non si fa).
- 7. Smettere d’essere scombinati: nella vita non produce reddito (questa è una mia considerazione avvalorata da una lunga esperienza) e allontana il sonno; quindi, orari regolari nei pasti, nel sonno e della veglia, impostare la sveglia sempre allo stesso orario. Insomma: disciplinarsi! E tanti saluti all’anarchia tra sé e sé.
- 8. Le passeggiate diurne sono un preziosissimo aiuto, quelle serali non vanno bene; le notturne “oltre ad essere pericolose” tolgono completamente il sonno.
- 9. Non abituarsi a convivere con l’insonnia: i divorzi, poi, sono sempre difficili e dolorosi. Piuttosto assumere farmaci ad hoc, ma per brevissimi periodi e non tutte le sere (c’è la questione della dipendenza, e con Xanax e fumo qui siamo al completo).
- 0. L’alimentazione! Questo punto merita un articolo a parte che pubblicherò a breve, perché ho raccolto materiale anche da altri medici (nutrizionisti, cardiologi, eccetera). Esistono cibi (o abbinamenti di cibi), all’apparenza innocui, che tolgono il sonno e altri che lo agevolano; così come bevande, oltre al caffè e al tè. Vi farò sapere.
Conclusione:
Direi una bugia
bella grossa se affermassi di aver seguito alla lettera tutti i punti di questo
decalogo, ma buona parte sì. Da qualche mese l’insonnia compare sporadicamente
e non mi addormento più ai semafori.
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