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L'amore al tempo dell'ansia.

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     C'è una canzone, mi ci sono imbattuta senza intenzione. Il testo, a grandi linee racconta: Ho sposato me stesso, siamo molto felici insieme. Lunghe passeggiate sulla spiaggia, cene a lume di candela. Bei momenti. Questa volta durerà,  durerà per sempre. L'autore è Sparks, che mai avevo sentito prima; a giudicare da altri brani ascoltati, sospetto sia un personaggio notevole. Tuttavia, sperando che Mister Scintille non se ne risenta, non è di lui che intendo parlare. La canzone mi ha fatto pensare a tante cose, un'insalata di pensieri sui rapporti amorosi e sui disturbi delle nostre menti. Ricordo che tantissimi anni fa, quando ancora il mio squilibrio rientrava nel range dell'eccentricità - invitata ideale per feste e cene di gruppo - la commessa di un negozio mi confidò che intendeva lasciare il fidanzato perché questo pover'uomo soffriva di attacchi di panico e, di conseguenza, le risultava sempre impossibile organizzare una lunga vacanza in qualche paese eso...

Streptease della memoria.

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Seduta al tavolo della cucina, con un thè verde al limone che dovrebbe aiutarmi a digerire un notturno e blando impulso suicidale perpetrato con alimenti spaccastomaco, ho letto un articolo inviatomi da un'amica. È una mattinata afosa, la via ha il tipico suono di un quartiere che non va in vacanza, finalmente il mal di schiena mi dà tregua, forse per non rubare la scena ai guai digestivi. L'articolo racconta di un ragazzo, il figlio dell'amica di cui sopra, che dopo un percorso di studi assai impegnativo (roba da cervelloni), e lavori altrettanto ardui, ha deciso di svoltare. Non vi racconterò la sua storia, benché sia interessante e bella, perché è sua. Tuttavia, mi sento di condividere le riflessioni che ha prodotto in me. La lettura ha riportato in superfice un vecchissimo ricordo. I miei genitori avevano teorie educative che mi spingerei a definire non convenzionali. In realtà, sospetto che non avessero idea di cosa fare, quindi si limitarono a non introdurre re...

La vita è un gioco.

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  “Ti comporti come una bambina” . Capita di sentirselo dire nei momenti più allegri e giocosi ma, spesso, nella voce dell’interlocutore c’è una sfumatura di biasimo. E non importa se hai iniziato molto presto ad arrangiarti da sola, a gestirti i guai e a imparare a stare da sola senza la paura del buio. Ma è come se quella spensieratezza (o leggerezza, ci sta), che magari da bambina non avevi, fosse poco gradita. Personalmente vivo momenti di questo tipo, al netto dei periodi di depressione che, purtroppo, è una malattia che appiattisce anche l’età: non ci si sente né bambini né adulti… proprio non ci si sente in generale. Quindi, ho trovato molto consolante e illuminante il nuovo libro della giornalista e scrittrice Daniela Daniele, “La vita è un gioco”. Si tratta di un’opera che fatico a inserire in un genere ben definito: un po’ saggio, un po’ romanzo, un po’ autobiografia e reportage giornalistico. La prima cosa che mi sono chiesta, appena terminata la lettura, è come ...

Estate è un flauto di Pan

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  E' iniziata l'estate. Non è questione di clima o di abbigliamento smanicato e piedi in sandali da frate. No, per me l'estate inizia con il notturno sfracassamento di didimi da parte di allogeni sudamericani. Non che li trovi così fastidiosi (almeno non più di qualsiasi altro essere umano), è la musica che dopo un po' mi solleva l'impulso di spaccare qualche charango e pure un paio di flauti di Pan. E' che lavoro di notte, festivi compresi e spesso, troppo spesso, c'è un gruppetto che si piazza con sedie, bottiglie (tante bottiglie) e qualche snack a chiacchierare, sulla strada, con musica proveniente da un'autoradio particolarmente brillante nelle prestazioni. Ovviamente, ai fini di un dialogo costruttivo, a loro tocca sovrastare la musica, e allora urlano un po'. Ma sono allegri, non litigano, questo va detto; e lo apprezzo. Stanotte sono solo in due, sembrano in spiaggia per il falò di mezzanotte (per fortuna non hanno acceso fuochi). Bottiglie s...

Esercizi, audio, video: "Vincere il panico".

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  C’è questo librettino di cui oggi vi parlerò. Conosco l’autore, Enrico Rolla - direttore dell'Istituto Watson, specializzato nel trattamento cognitivo comportamentale di un sacco di cose disturbanti -, che ho anche intervistato in occasione di un’altra sua pubblicazione sul disturbo ossessivo compulsivo (se pensate vi possa interessare, trovate il pezzo   QUI ). Sto facendo una marchetta? Nì. Non mi sono mai sottoposta alla terapia cognitivo comportamentale, il libro l’ho acquistato senza sconti. Tuttavia, al Dott. Rolla sono legata da un rapporto di affetto e stima. Ma, quando mi ha chiesto se mi andava di recensirlo, gli ho risposto che l’avrei fatto "con onestà".  Tradotto: se fa schifo, lo dico.  Io so essere bugiarda, come chiunque altro, ma quando parlo di libri mi viene spontanea la sincerità; ne è la prova il fatto che la maggior parte dei miei amici scrittori non si considerano più miei amici (permalosi, gli scrittori. Categoria da prendere c...

Effetti/affetti collaterali.

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     Nell'ultimo post ero invischiata in una piccola  crisi d'astinenza  e promisi di raccontare la vicenda sottostante, primevo, scatenante, disturbante, e potrei continuare all'infinito perché sono un po' tesa anche oggi.   Storia vera, croce sul cuore. Racconto lungo come la quaresima, casomai passate oltre. Il fatto è che lo Xanax è come la vita: all’inizio pare una meraviglia, ma a lungo andare fa mica bene. Brucia un po’ la memoria, lo Xanax (anche la vita, se è per questo), e allora capita che assumi due pastiglie in rapida successione chiedendoti, dopo qualche minuto, se lo hai già preso o meno… si rischia la lavanda gastrica, poi pensano che hai tirato a farla finita, invece è solo partito il fusibile dell’ippocampo. In questi casi sarebbe meglio non mettersi alla guida di veicoli pesanti, e nemmeno di una carriola. Soprattutto, sarebbe meglio mettersi a letto e smaltire la sbornia. Perché si pare ubriachi, sapete, e si fanno cose e si dicono ...

Astinenza.

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Sto vivendo una sorta di crisi d'astinenza. Adesso, in questo momento. Nulla a che vedere con roba forte ma, nel mio piccolo, stanotte ho stretto i denti così forte che un incisivo si è scheggiato. Ora, sto cercando di distrarmi facendo una decina di cose in contemporanea, e nemmeno una che mi riesca. Intanto, le gambe saltellano, ballano su un tempo in 2/4 e 4/4 (gamba destra, gamba sinistra), praticamente una danza irlandese in autonomia. Sono ribelli, le bastarde. Tremano anche le mani, l'intestino, e il cuore mi pare salito a fare visita alla tiroide. Il cervello... beh, lui è lì in un angolino a riscrivere "Le mie prigioni"; se smettesse di far grattare la penna d'oca sulla carta, gli sarei grata. Ho gli occhi gonfi, perché un po' ho pianto, e continuo a toccarmi il naso come se avessi tirato una pista lunga da qui a là. Ho dormito a spizzichi, sognando roba ansiogena e persone che vorrei fossero qui, ma non ci sono. Tra 32 minuti e qualche secondo (ho me...